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XASTHUR  "Subliminal genocide"

Nel 2004, dopo una serie interminabile di uscite a distanza di tre giorni una dall'altra, Malefic si è detto (in screaming): "Mi sa che sto componenedo merda su merda solo per il gusto di farla uscire, tanto i mongoloidi che continueranno a comprarla ci saranno sempre, perché sono diventato culto. Ora però è bene che mi prenda un po' di tempo per fare le cose a modo, per dimostrare a tutti che spacco il culo".
C'è da dire che la parola è stata mantenuta, infatti dopo due anni di nulla (o quasi) questo spastico americano torna tirando fuori un full che ricorda davvero i vecchi tempi, quelli belli, che ti facevano venir voglia di tagliarti le vene. Non si arriva a mio avviso ai livelli di "Suicide in dark serenity" o "The funeral of being", però un lavoro così fa bene alla salute. Cioè, male. Tanta depressione, nostalgia, malinconia. La pecca è forse l'eccessiva durata del disco, con brani talvolta inspiegabilmente interminabili. Ma va bene così, tutto ciò serve a rendere ancor più dannoso e cerebrale questo nuovo capitolo di casa Malefic. E bravo ragazzo.


Voto: 7

 

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